ACQUA IN BOTTIGLIA, UN CURIOSO PRIMATO

L’acqua in bottiglia ha un giro d’affari di 150 MILIARDI!
Mentre, in teoria, non dovrebbe nemmeno esistere.

Noi Italiani siamo i PRIMI in Europa per consumo di acqua in bottiglia e il consumo cresce a livello globale.

SPAGNA
20%
FRANCIA
20%
GERMANIA
20%
ITALIA
40%

In Europa, quindi il triste primato dell’utilizzo di acqua imbottigliata spetta proprio a noi italiani. Eppure, siamo da tempo consapevoli del grande e devastante impatto della plastica sul nostro ecosistema. Le bottiglie di plastica sono usa e getta, il loro riciclo – che tra l’altro comporta dei costi – è purtroppo lungi dall’essere quella pratica efficace e consolidata che vorremmo fosse, esse infatti costituiscono ormai una deprimente e inquinante presenza nelle acque dei nostri fiumi, laghi e mari arrivando a imbrattare anche le spiagge più remote del pianeta.

L'IMPATTO AMBIENTALE DI UNA BOTTIGLIA DI PLASTICA

Oltre allo smaltimento anche la produzione di una bottiglia di plastica, a partire da petrolio e gas naturale, ha conseguenze deleterie sull’ambiente. Si stima infatti che la filiera di produzione, trasporto, commercializzazione e smaltimento di una singola bottiglia di plastica da un litro comporti l’impiego di mezzo litro di acqua! Per non parlare delle emissioni di CO2.

UN PRIMATO INGIUSTIFICATO

La vendita delle acque minerali in bottiglia ha avuto una crescita esponenziale a partire dagli anni ’70, con l’introduzione delle bottiglie in PET. Con la consapevolezza delle varie pecche dell’acqua del rubinetto (presenza di cloro, potenziali infiltrazioni e tubature antiquate del sistema idrico), le preferenze dei consumatori si sono nel tempo indirizzate verso le acque minerali imbottigliate, grazie anche alla potente influenza di un’onnipresente pubblicità.

MA L’ACQUA IN BOTTIGLIA È DAVVERO LA SCELTA MIGLIORE?

L’equazione “acqua di fonte = acqua di buona qualità” sembra inscalfibile nelle nostre menti, ma è veritiera? Alla prova dei fatti, non sempre le sorgenti sono immuni da infiltrazioni inquinanti. Inoltre, dato che forse sorprenderà i più, non possiamo neppure essere sicuri che l’acqua in bottiglia che stiamo acquistando sia acqua minerale, cioè di fonte e non semplice acqua filtrata. Controllare le etichette è sempre una sana abitudine. La legge italiana impone l’indicazione della sorgente per le acque minerali… ebbene, un indagine di Altroconsumo del 2016, rivelava che sull’etichette di alcune acque l’indicazione della sorgente era stata “dimenticata”, lasciando ampi margini di dubbio. 

Ma c’è di più. Sempre esaminando la nostra etichetta, osserveremo una data entro cui preferibilmente utilizzarla: si tratta del “Termine Minimo di Conservazione” entro cui si ritene che l’acqua, se conservata in maniera adeguata, mantenga inalterate le sue proprietà. In pratica vuol dire che la nostra acqua potrebbe essere stata imbottigliata fino a 2 anni prima del nostro utilizzo. Anche se l’indicazione sull’etichetta stessa è di conservarla lontano da fonti di calore e al riparo dal sole, non possiamo essere certi che, durante la filiera, sia sempre stato così. L’esposizione al sole e al calore potrebbe conferire all’acqua un sapore sgradevole e, soprattutto, anche se l’argomento è ancora dibattuto, ricerche mostrano che i contenitori di plastica a lungo andare rilasciano nell’acqua sostanze tossiche. Un’acqua rimasta a lungo imbottigliata in un contenitore di plastica è sicuramente un’acqua “morta”. 

L’ALTERNATIVA NATURALE ED ECOCOMPATIBILE: BIOCOCOON

Biococoon, con il suo sistema di bioceramiche, è la scelta più naturale, semplice ed ecocompatibile per eliminare il cloro dall’acqua del rubinetto oltre che per esaltarne le sue qualità naturali.
Tramite il semplice contatto con l’acqua, i nostri attivatori neutralizzano il cloro, evitano la formazione di batteri e rendono l’acqua alcalina.

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